Mantova, la scuola studia la ripartenza in settembre
Il 5 maggio videoconferenza indetta dal provveditore per
ragionare sul rientro sicuro nelle aule di studenti e insegnanti. Non sarà
semplice: occorrerà prevedere distanze di sicurezza, riorganizzare il trasporto
dei pendolari e garantire l'assenza di rischi di contagio per allievi e
personale
NICOLA CORRADINI03 MAGGIO 2020
MANTOVA. Prepararsi da subito all’organizzazione del
rientro a scuola in settembre. Forse a giorni alterni, con metà ragazzi in aula
e l’altra meta a casa a seguire in video le lezioni, come ipotizza il
ministro Lucia Azzolina. Oppure tutti insieme? Comunque sia non
sarà un’operazione semplice, visto che, verosimilmente, il problema Covid-19
non sarà ancora sparito. Per questo il provveditore ha convocato una conferenza
di servizio per martedì 5 maggio sull’argomento. Quantomeno per fare il punto,
visto che ora si può ragionare solo su possibili scenari.
I tre nodi
Assodato che il lockdown scolastico proseguirà fino all’ultima campanella
virtuale, ci sono almeno tre incognite da risolvere: il rientro negli uffici in
questi giorni del personale amministrativo, gli esami di maturità in presenza
(un lungo colloquio orale con la commissione) e il rientro vero e proprio in
settembre. E quest’ultimo appuntamento sarà sicuramente quello più complicato
da gestire. Per tante ragioni: occorrerà organizzare rientri prevedibilmente
scaglionati per evitare assembramenti troppo numerosi nelle aule (ne ha parlato
anche il ministro); il personale dovrà far rispettare i protocolli di sicurezza
a bambini e ragazzi; il trasporto degli studenti pendolari dovrà avvenire in
piena sicurezza e con modalità più elastiche.
I piani per settembre
Il provveditore Giuseppe Bonelli, in raccordo con la prefettura, ha
convocato per il 5 maggio una conferenza di servizio in video con i
rappresentanti dei presidi, i sindacati di settore, Provincia e Comune
capoluogo per affrontare i tre punti. Quello relativo al rientro potrà essere
analizzato solo per sommi capi. Certo, il ministro ha espresso un’opinione, ma
le scuole per agire hanno bisogno di documenti precisi e ufficiali. Bonelli
aveva convocato la videoconferenza prima delle dichiarazioni del ministro.
«Anche per rispondere alle sollecitazioni dei sindacati di categoria – aveva
spiegato il provveditore prima delle parole di Azzolina – ho convocato questa
riunione per fare un prima valutazione degli scenari possibili e delle
problematiche che saremo chiamati a risolvere».
Rientro scaglionato
Si può ipotizzare che sarà un rientro scaglionato. Difficilmente le classi
(spesso formata anche da 25 e più studenti) potranno riunirsi in ambienti che
non consentono il mantenimento delle distanze di sicurezza. Ci sarà poi da
riorganizzare il trasporto degli studenti pendolari. Un ruolo importante lo
giocherà anche l’edilizia. «All’incontro si tratterà di capire che tipo di
interventi saremo chiamati a svolgere, noi per le superiori e i Comuni per i
comprensivi – commenta Francesca Zaltieri, consigliere provinciale
delegato alla scuola – molte scuole non hanno spazi che consentiranno grandi
numeri di studenti in compresenza. Credo si potrà ipotizzare l’uso di strutture
come teatri, auditorium, cinema o palestre, oltre alla eventuale turnazione
degli studenti».
NICOLA CORRADINI03 MAGGIO 2020 GAZZETTA DI MANTOVA
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